Hai sentito parlare dei VOUCHER sostitutivi dei viaggi cancellati in tempo di COID19?
Essendo forse una materia un po’ complessa e di non sempre facile comprensione, abbiamo pensato di offrirti un chiarimento, da professionisti del settore.
Per capire cosa siano e perché siano stati istituiti facciamo un passo indietro.
L’emergenza Coronavirus ha infatti determinato in Italia, a partire da fine febbraio 2020, un blocco via via crescente degli spostamenti e dei viaggi in generale. Inizialmente il fenomeno di inibizione e chiusura ha interessato solo alcuni Paesi, per divenire poco a poco un blocco totale salvo casi di emergenza.
Le conseguenze sono state molto forti, sia da punto di vista della gestione del caos derivante che della conduzione delle conseguenze economiche di annullamenti, rinunce e rimborsi.
Ad aggravare la situazione il fatto che la percezione di gravità del contagio da Coronavirus (e di conseguenza le misure prese dai diversi Stati in merito a divieti, limitazioni, cancellazioni, rimborsi, ecc.) è stata recepita difformemente nei vari Paesi europei e nel mondo, causando disomogeneità nell’applicazione delle politiche di coordinazione di annullamenti e rimborsi: quando in Italia già vigeva il divieto agli spostamenti e l’obbligo di annullamento di viaggi e vacanze, nei Paesi esteri di destinazione (non ancora allertati dall’emergenza) veniva negata ogni facilitazione da parte di vettori aerei e di trasporto in generale, hotel, operatori ricettivi, ecc.. Le penali d’uso per modifiche e cancellazioni venivano imposte senza tolleranza ed i rimborsi venivano negati.
Ecco come, in brevissimo tempo, la quasi totalità degli operatori turistici italiani e degli intermediari del turismo, si sono trovati di fronte alla difficoltà di non poter coniugare le esigenze dei loro interlocutori: da un lato il diniego di rimborso ed l’imposizione delle penali previste da parte dei fornitori locali; dall’altro la difficoltà dei clienti di fronte alla negazione di rimborso o di variazione date.
Ecco perché, di fronte a questo stato di confusione e di “emergenza nell’emergenza”, oltre che di fronte ad una crescente indigenza economica, le associazioni attive nel settore turistico nazionale si sono mosse chiedendo a gran voce l’intervento del governo, affinché stabilisse regole chiare ed inequivocabili a tutela tanto dei viaggiatori quanto degli operatori italiani.
Il risultato è stato un articolo di legge contenuto nel D.L. 9, del 2 marzo 2020, atto a regolare la gestione di un nuovo strumento, il VOUCHER, durante il permanere del periodo di emergenza ed urgenza COVID19.
Veniamo ora a comprendere chiaramente che cosa sia il VOUCHER.
Il VOUCHER è inteso come preziosa soluzione capace di “difendere” nell’immediato i vantaggi dei consumatori e, in una prospettiva di stabilità, il settore turistico nel suo complesso.
Con questo strumento, è stato possibile cancellare le partenze previste “durante il periodo di impossibilità per emergenza COVID19” (inizialmente quindi le partenze previste fino al 3 Aprile 2020, data limite oggi estesa fino a fine Aprile 2020), concedendo al contempo di riprogrammarle in un secondo momento, in genere entro un anno dalla data di cancellazione. I costi di cancellazione e riprogrammazione non sono applicati, fatto salvo il fatto che dovranno essere verificate le disponibilità dei servizi e le tariffe al momento della nuova prenotazione.
Resta inteso che partenze successive a quelle “tutelate” dal decreto (e suoi successivi aggiornamenti) sono sottoposte alle normali regole contrattuali. In parole semplici, dopo i termini previsti dal decreto legge che ha introdotto i Voucher, viaggiatori e operatori torneranno ad ossequiare le procedure previste dai reciproci impegni contrattuali, con l’applicazione delle regole e delle penali dai contratti turistici.
Il voucher costituisce quindi un intelligente strumento per preservare e mantenere intatto il valore del proprio investimento; oltre a ciò, è anche un mezzo davvero importante e cruciale per sostenere TUTTI gli attori coinvolti nel viaggio: da chi lo deve compiere a chi lo ha organizzato e a chi avrebbe dovuto fornire i servizi previsti.
Se di considera che il settore turismo nel suo complesso costituisce una delle entrate di ossigeno più importanti nell’economia italiana, congelare i programmi di viaggio per riprogrammarli nel breve termine significa anche “dare una mano alla “resistenza” del nostro Bel Paese”!
È noto infatti che il turismo abbia un impatto molto forte nel PIL italiano, stimato intorno al 13%, nel suo complesso. Gli effetti del turismo sono quindi diretti ma anche “indiretti ed indotti” con rilevanti conseguenze sotto molteplici punti di vista, tra cui quelli economico, fiscale, occupazionale e tributario.
Non sono solo i turisti a creare del “movimento” nell’economia, ma anche i fornitori di servizi turistici propriamente detti o accessori.
Aiutare a fare in modo che IL SETTORE TURISTICO nel suo più ampio complesso NON SI FERMI, significa che TUTTI ASSIEME #RIPARTIAMODALLITALIA.